San Giuseppe Vesuviano - Nell’aula consiliare del Comune si è svolto, lo scorso 9 maggio, il “Giorno della memoria”, per commemorare degnamente le vittime del terrorismo, una ricorrenza molto sentita e riconosciuta con la legge 56 del 4 maggio 2007. Il nove maggio è però anche una ricorrenza drammatica per la storia del nostro Paese; in quello stesso giorno di 32 anni fa, infatti, fu ucciso Aldo Moro, il presidente della Democrazia cristiana, dalle Brigate Rosse, dopo che lo stesso era stato rapito in 16 marzo del 1978. In un’aula gremita, il primo a prendere la parola é il dottor Ciro Trotta, commissario prefettizio, il quale dopo aver ringraziato i presenti per essere intervenuti numerosi sottolinea “l’importanza di questa manifestazione commemorativa di alto contenuto morale, che serve per rispettare un passato, ove sono caduti tanti eroi in difesa dei principi costituzionali, in difesa della legalità e della libertà, questi ricordi servono come monito ad affrontare un domani migliore”.

Successivamente, ha preso la parola il professore Luigi Iroso, preside Ist.Tecn.Comm. Statale “Luigi Einaudi”. “La scuola ha aderito subito a questa iniziativa - ha spiegato - la democrazia è un bene raggiunto ma va alimentato giorno per giorno, la Repubblica è viva e lo dimostra stamattina la nostra presenza si deve dire ‘noi siamo con lo Stato’. Dobbiamo invertire la rotta, costruire un pezzo di storia, restituire la tranquillità, questi ricordi, se non passano attraverso la scuola, non vanno bene, il messaggio va ripetuto in modo da consegnare ai propri figli una democrazia migliore”.

La dottoressa Paolo Spena, commissario prefettizio presso il comune di San Giuseppe Vesuviano, ha sottolineato, ”che tutti gli addetti ai lavori, sono espressioni del territorio, dobbiamo impegnarci tutti a difesa della legalità, con il rispetto delle regole, dare un grosso segnale di partecipazione  e solo così si potrà reagire ad ogni forma di sopraffazione”.

Da notare l’intervento del professore Guido D’Agostino, presidente dell’istituto campano per la storia della Resistenza “Vera Lombardi”, il quale ha sottolineato come “il cittadino ha diritto alla memoria come se fosse un diritto alla salute, bisogna dare la possibilità di fruirne di questo diritto e di poter essere trasmesso  senza manipolazioni di parte”. Poi,si è soffermato molto sui valori della scuola d’oggi, ”chi risparmia sulla scuola è un suicida - ha detto D’Agostino - lo Stato deve essere capace di educare, lo Stato educa in quanto soggetto dell’informazione, bisogna costituire una memoria pubblica, lo Stato deve essere capace di educare. Lo fa con il nove maggio racchiudendo due storiche ricorreze, il 25 aprile, anniversario della liberazione e due giugno, festa della Repubblica.

Ha chiuso la manifestazione la dottoressa Grazia Ammaturo, (foto) figlia del vice questore P.S. Antonio Ammaturo, trucidato a Napoli il 15.07.982 da un commando delle Brigate Rosse. “Stava indagando su qualcosa d’importante, il proprio dovere, lo faceva bene, uomo d’azione in difesa della legalità, ove trasmetteva entusiasmo ai suoi ragazzi ove li esortava a non scendere mai ad eventuali compromessi”. Spiega la Ammaturo, “questi sono gli eroi del nostro tempo, da cui bisogna trarre coraggio, è facile dire ‘tengo famiglia’, basta con le prepotenze che dobbiamo affrontare, le nuove generazioni devono sapere che si sarebbe potuto cambiare in meglio questo nostro paese”.

 Tra gli intervenuti, anche una rappresentanzadi studenti  delle scuole Ammendola-De Amicis e Luigi Einaudui, che hanno partecipato sia con la lettura riguarda alle vittime del terrorismo, sia con disegni affissi nell’aula consiliare stessa.