San Giuseppe Vesuviano - La foto è di quelle che si commentano da sole: una montagna di scarti tessili scaricati da qualche ecocriminale pronte a divenire cenere come il terreno circostante. Siamo a valle della vasca Saracari Centoni,una delle tante opere idriche di epoca Borbonica fatte per ridurre il dissesto idrogeologico delle nostre zone ed oggi diventatto uno dei tanti inceneritori a cielo aperto che ammorbano l’area delle nostre città da quasi un decennio. La terra tutto intorno è di colore nero come la pece e mista all’acqua sembra una crema sintetica nella quale le ruote dei veicoli in transito lasciano il segno come nell’argilla,è uno spettacolo già visto in altri luoghi di periferia anche se fa un certo effetto vederlo a meno di 300 metri in linea d’aria dalle abitazioni di via Nappi.
Il materiale scaricato proviene sicuramente da una fabbrica tessile specializzata nella confezione di tessuti per arredamento,questo significa che chi ha scaricato questi sacconi ha passaporto italiano visto che si tratta di un mercato ancora saldamente in mano agli opeatori autoctoni. Uno dei proprietari terrieri dell’area Saracari Centoni ci dice: “E’ uno schifo, tutte le notti vengono a scaricare camion di questa roba, abbiamo provato ad andare dalle forze dell’ordine ma ci dicono di firmare noi il verbale, qualcuno dei nostri vicini è stato affrontato da uomini armati che stavano scaricando sacconi e copertoni. Siamo abbandonati a noi stessi, la mattina ci auguriamo che questi scarichi illegali non abbiano coinvolte le nostre proprietà, perchè siamo costretti a darvi fuoco, in caso contrario lo Stato impone a noi di pulire”.
A questo punto la storia che raccontano questi cittadini ha dell’incredibile. Un proprietario terriero della zona di Piano del Principe un giorno ha trovato uno scarico di copertoni nel suo fondo, si è recato dai Carabinieri e questi hanno verbalizzato il tutto nominandolo custode giudiziario del materiale. Il poveretto non capendo cosa significasse è tornato a casa in attesa che lo Stato ristabilisse il suo diritto, dopo due settimane è tornato dai Carabinieri per chiedere conto della mancata pulizia e gli hanno risposto:”Ma non capisci? Sei tu il custode giudiziario, è tuo il compito di pulire a norma di legge e portare qui le ricevute del lavoro in caso contrario ti denunciamo all’autorità giudiziaria” . Una follia!
Questo è ciò che succede tutte le notti nel triangolo della morte San Giuseppe, Terzigno, Poggiomarino ove vengono smaltiti e dati alle fiamme tonnellate di scarti tessili e copertoni ma anche ogni genere di rifiuto industriale, sembra che a gestire questo traffico siano alcuni furgoni chiusi di colore scuro, è così complicato per le forze dell’ordine arginare questo disastro? Eppure nei giorni caldi della crisi a cava SARI c’erano centinaia di agenti per fronteggiare pochi cittadini esasperati,mentre nessuno è disponibile a mettere un freno a questo disastro ambientale che sta uccidendo tutto il vesuviano.
Mimmo Russo