Pochi se ne sono accorti, ma attraverso una recente normativa sono stati introdotti due grossi ostacoli alla futura possibilità di intervenire in modo efficace per “reprimere collusioni tra politica e mafie a livello di amministrazioni locali». L’articolo 143 della legge del 2009, infatti, ha previsto il passaggio da “prevenzione avanzata” a “prevenzione di tipo giudiziario”: nei fatti, obbligando le commissioni di accesso ad avere elementi di tale gravità, pari a quella prevista nei processi per l’applicazione di misure di prevenzione, per proporre lo scioglimento. Le commissioni sono state del tutto depotenziate, prevedendo che nella loro composizione non figurino più, come fino ad oggi, rappresentanti delle forze dell’ordine, ossia carabinieri, finanzieri, poliziotti o membri della Dia, ma solo funzionari della pubblica amministrazione. Cioè burocrati. In sostanza viene aumentata la soglia di gravità  degli indizi di mafiosità necessaria per condurre allo scioglimento e  vengono ridotti i mezzi per riuscire a focalizzare e far emergere i gravi indizi capaci di documentare le connection.
Se la politica continuerà a salvare la politica e mai vedremo un politico scontare la galera per le sue malefatte, non ci rimane che affidarci a noi stessi.  Deve rafforzarsi in una comunità che vuole migliorasi il principio che c’é bisogno per la guida del paese di amministratori e non di politicanti da strapazzo e chiazzaiuli. A livello locale chi si definisce politico è semplicemente un perditempo.

Il sindaco Ambrosio è stato rispedito al civico 12 di via XX Settembre per le note vicende. Da allora è tutto un fiorire di iniziative, di prese di posizione, di dibattiti, dei caga sotto ai tempi di Tonino che adesso invece alzano la voce. Di associazioni e partiti che chiedono incontri a più riprese ai commissari prefettizi. E i commissari che fanno? Un incontro non lo negano a nessuno, loro svolgono egregiamente il loro ruolo di burocrati. Mentre il paese è dei paesani! E non è facendo finta di uscire allo scoperto, come le maruzze dopo la tempesta che si dimostra di voler bene a San Giuseppe Vesuviano.
Cosa potrà fare la cosiddetta società civile per questo paese? Anzitutto cominciare con l’indignarsi quando a bordo dei loro suv in un chilometro di strada scansano diciannove fossi. Poi far maturare e rendere tradizione una coscienza civica, avendo questa i politici potrebbero pure continuare a rubare, sarebbero però costretti a rendere più vivibile questi paraggi. Sennò l’ex  è il miglior sindaco per questo paese, visto che il cinquanta e passa per cento dei cittadini continua a votarlo.