sangiuseppe.jpgSan Giuseppe Vesuviano - Che lo sport in Italia sia un affare è risaputo, ma che si cerchi di cambiare le carte in tavola per addomesticare la verità questo no, è scorretto. I fatti: la Sangiuseppese mentre milita in serie D viene acquistata da un piccolo Berlusconi campano: il signor Moxedano, che è in società con il signor Bouchè, compra titolo e giocatori e porta la squadra a giocare a Marano di Napoli, ambiente più consono al busnees preventivato.

La squadra raggiunge ottimi risultati con il nome Neapolis, ma la federazione gioco calcio obbliga la proprietà a utilizzare il nome Sangiuseppese ed a giocare le partite in casa sul rettangolo del Comunale di San Giuseppe Vesuviano, purtroppo per motivi economici e di sponsor la proprietà non vuole giocare in via Mattiuli e fortunatamente si scopre che il Comunale non è a norma. Ma quest’anno la federazione obbliga tutte le squadre a giocare in casa e quindi il signor Moxedano stringe un’accordo con l’amministrazione comunale locale per rendere agibile il Comunale. Con un’impegno di spesa di oltre 20 mila euro di tasca sua. Ricevuto il nullaosta dalla federazione per iscrivere la squadra, il manager scompare, contemporaneamente si fermano i lavori preventivati.

Lavori che non avrebbero mai permesso ad una squadra di C2 di giocare a San Giuseppe Vesuviano, ma che avrebbero reso agibile lo stadio ad ospitare partite di categoria inferiore, visto che noi abbiamo varie squadre dilettantistiche: la Riop, la Polisportiva S.Giuseppe, la Nuova Scalese. Squadre che sono costrette ad emigrare per allenarsi e per giocare, togliendo così ai tifosi sangiuseppesi il diritto a seguire lo sport nella propria citta’. Investire sullo sport dilettantistico è la migliore medicina contro bullismo e devianza giovanile .

Qualcuno ha proposto di ristrutturare il tappeto del Comunale, in erba sintetica. Ma purtroppo i nostri amministratori preferiscono spendere i fondi per piccole sponsorizzazioni, che il più delle volte finiscono in acqua minerale piuttosto che  concentrare i  soldi in un’unica opera che permetterebbe un’uso continuo dello stadio , cosa che già fanno le tante ditte private presenti sul nostro territorio, che fittano  il campo senza interruzzione dalla mattina alla sera.

Si dice che a pensar male sia peccato, ma alla luce di questi fatti vengono grossi dubbi senza risposte: ma allora la strada davanti allo stadio non è stata chiusa per monnezza ?allora il Comune per favorire un privato impedisce allo sport sangiuseppese di usare le nostre strutture? L’inagibilità del campo impedisce ad associazioni e giovani locali di usufruire di un diritto, andando a favore delle tante aziende private del settore , che nella maggior parte dei casi hanno strutture non a norma e prive dei più elementari servizi, come parcheggi e gabinetti. Siamo la Citta’ dei Diritti Negati…anche nello sport.