San Giuseppe Vesuviano - Amministratori che non perdono occasione per puntualizzare di essere interpreti della volontà popolare, di fare gli interessi della maggioranza dei cittadini. Un esempio di come si interpreta la volontà popolare a San Giuseppe Vesuviano? I fatti. Incrocio fra via Vasca al Pianillo e via Giuseppe Ungaretti. Verso la metà di giugno scorso il proprietario del fondo ad angolo delle due strade decide di pulire la sua proprietà che era diventata una vera discarica, sia per la mancanza di una rete di protezione e sia per lo scarso senso civico dei tanti passanti diretti al vicino mercato domenicale. Giusta iniziativa. Peccato che il suo lavoro si ferma all’accumulo dei rifiuti sul bordo strada come si vede dalla foto n.1

Partono quindi i contatti con i sempre presenti amministratori e la richiesta arriva in forma verbale al dirigente della ditta appaltatrice per il servizio di igiene ambientale Alfonso Zito, il quale, trattandosi di cumuli indifferenziati e non di raccolta differenziata porta a porta (foto) pretende dall’ufficio Ambiente un certificato che attesti la presenza di solo rifiuti urbani nei cumuli.

La cosa si complica per i nostri cercatori di soluzione ad ogni costo, ma dopo una ventina di giorni di trattative sotterranea, e l’aumento esponenziale dei cumuli, grazie alla totale mancanza di una politica seria nel settore rifiuti, il certificato arriva. La ditta parte con le pale meccaniche e rimuove il tutto addebitando il costo dell’intervento straordinario al Comune, importo sconosciuto perchè la contabilità del Comune è gelosamente conservata, manco fosse il segreto di Fatima. Finito il lavoro, oggi il fondo si presenta pulito e recintato con un bel cartello “vendesi”.

Il proprietario di questo fondo è una persona fortunata, perchè ovunque fosse stato, tranne a San Giuseppe Ves., lo Stato si sarebbe regolato diversamente. Per prima cosa sarebbero intervenuti i VV.UU o la Forestale, sarebbe scattata una denuncia alla Procura della Repubblica competente per territorio, la quale avrebbe condannato il proprietario a ripulire, indipendentemente se a sporcare era stato lui o terzi. A pulire avrebbero dovuto provvedere aziende specializzate nelle bonifiche ambientali e nell’analisi del suolo e sottosuolo da eventuali inquinanti, come sanno bene alcuni nostri concittadini ad avere delle proprietà in Comuni vicini. In breve non sarebbe stata una passeggiata.

Invece nella Repubblica Autonoma di San Giuseppe Vesuviano provvede il Comune, pulisce e trasporta il tutto nella discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio, provocando un disastro ambientale ed un buco nelle casse comunali che sarà ripianato dai contribuenti sangiuseppesi. Ai cittadini che usufruiscono di questi particolari servizi pubblici sarà richiesto solo di passare in qualche seggio elettorale e depositare una scheda, con un simbolo sempre diverso, ma con gli stessi nomi.

Ora come possono pensare di essere credibili questi Amministratori che firmano manifesti di minaccia verso i cittadini che non rispettano la differenziata? Mistero. Simili operazioni provocano un danno d’immagine enorme al servizio igiene ambientale del Comune, hai voglia a spiegare nelle scuole ai bambini a fare la differenziata, quando poi chi è tenuto a far rispettare le regole si comporta in questo modo, le associazioni ambientaliste hanno voglia a fare conferenze sui rifiuti zero. A San Giuseppe Vesuviano l’amministrazione ha trovato la soluzione al problema dal lontano 2002, se non fosse stato che la Procura della Repubblica e i komunisti in Regione e Provincia si fossero messi di traverso, noi non avremmo mai conosciuto l’emergenza rifiuti. Tanto come disse il sindaco Ambrosio il 31 dicembre del 2008 nel piazzale del comunale:”A’ munnezza o sta’ a via Durelli o ca’, o’ tumore o’ pigliate o’stesso!”. Parole che dette da un medico fanno riflettere.

                                                                                          Mimmo Russo